Il blogghetto degli appunti

  1. La coscienza dell'obbiettore
    Interi ospedali nelle mani degli integralisti cattolici

    La notizia è di quelle che fanno ribollire il sangue di indignazione e fanno capire quanto ancora la morale bigotta della religione cattolica possa condizionare la vita dei cittadini fino a conseguenze anche letali.
    L'ho letta su Repubblica e la riporto prima che qualcuno la faccia sparire.


    ROMA- "Io sognavo un figlio, un bambino che avesse qualche possibilità di una vita normale. Invece mi sono ritrovata ad abortire al quinto mese sola come un cane. Abbandonata in un bagno a partorire il feto morto, con il solo aiuto di mio marito Fabrizio. E tutto questo per colpa di una legge sulla fecondazione ingiusta, di medici obiettori, di uno Stato che non garantisce assistenza". Valentina Magnanti ha 28 anni, minuta e combattiva con un filo di voce racconta la sua storia. Fotografia di un'Italia condannata dall'Europa nei giorni scorsi per violazione della legge sull'aborto, dei diritti delle donne, proprio a causa dei troppi medici obiettori.

    Cosa c'entra la legge 40?
    "Ho una malattia genetica trasmissibile rara e terribile, ma in teoria posso avere figli, quindi per me non è previsto l'accesso alla fecondazione assistita, alla diagnosi pre-impianto. A me questa legge ingiusta concede solo di rimanere incinta e scoprire, come poi è avvenuto, che la bambina che aspettavo era malata, condannata. Lasciandomi libera di scegliere di abortire, al quinto mese: praticamente un parto".

    Quando ha deciso di abortire?
    "Ci avevamo tanto sperato in quei mesi che il piccolo fosse sano, ne avevamo già perso uno per gravidanza extrauterina. È stato un colpo, ma la malattia è terribile per cui con mio marito Fabrizio abbiamo deciso..."..

    E qui comincia la serie dei medici obiettori.
    "Scopro che la mia ginecologa lo è, si rifiuta di farmi ricoverare. Riesco dopo vari tentativi ad avere da una ginecologa del Sandro Pertini il foglio del ricovero, dopo due giorni, però, perché soltanto lei non è obiettore".

    È il 27 ottobre 2010 quando entra in ospedale.
    "Incominciano a farmi la terapia per indurre il parto, a base di candelette, mi dicono che non sentirò nulla. E invece..."

    Cosa accade?
    "É stato un inferno. Dopo 15 ore di dolori lancinanti, tra conati di vomito e momenti in cui svengo, con mio marito sempre accanto che non sa che fare, che chiama aiuto, che va da medici e infermieri dicendogli di assistermi, senza risultato, partorisco dentro il bagno dell'ospedale. Accanto a me c'è solo Fabrizio".

    Medici e infermieri?
    "Venivano per le flebo, ma nessuno li ha visti arrivare quando chiamavo aiuto. Nessuno ci ha assistito nel momento peggiore. Forse perché da quando sono entrata a quando ho partorito era cambiato il turno, c'erano solo medici obiettori".

    È molto amareggiata.
    "Già una arriva in ospedale disperata, perché in quel figlio ci hai creduto e sperato per cinque mesi, poi ...

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    Last Post by Francesca Barrocu il 14 Mar. 2014
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